
Immagine
scattata dal Solar Dynamics Observatory della NASA. Ben visibile al
centro la macchia solare 1158: comparsa il 13 febbraio, sta rilasciando
il più intenso brillamento degli ultimi quattro anni.
Il Sole si è svegliato. Dopo la quiete degli ultimi anni, arrivano le tempeste. Magnetiche, s’intende. Nei giorni scorsi, il Solar Dynamic Observatory della NASA ha
registrato il più intenso brillamento solare degli ultimi quattro anni,
da dicembre 2006. Il “solar flare” proviene da una macchia solare che
non esisteva fino a pochi giorni fa e attualmente ricopre una superficie
più grande di Giove. Il brillamento ha prodotto un intenso fascio
di raggi ultravioletti in direzione della Terra e una grande esplosione
nella corona.
Eruzioni così violente possono rilasciare nello spazio miliardi di
particelle alla volta. Nelle prossime ore questo sciame che sta
viaggiando verso di noi investirà la Terra. Con quali conseguenze? C’è
da temere per la salute? Rischiamo black-out? Facciamo il punto con
Alessandro Bemporad, fisico solare dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Torino.
Bemporad, che succede sulla nostra stella?
Questo brillamento è il primo di una serie di eruzioni a cui assisteremo
prossimamente. Segna il risveglio del Sole, l’entrata cioè in una nuova
fase di attività, dopo il periodo di minimo. Il picco di attività è
previsto tra il 2012 e il 2013. Un’eruzione solare si genera a causa
dell’emissione di intensi campi magnetici sulla fotosfera, la superficie
esterna del Sole, visibili come macchie solari. Questo determina
improvvisi rilasci di energia e l’espulsione di particelle di plasma
altamente ionizzato ad alta velocità nello spazio interplanetario. La
tempesta solare è costituita da tre componenti: radiazione ultravioletta
e raggi X, che raggiunge la Terra in 8 minuti; una seconda componente
di particelle relativistiche, che arrivano in qualche ora; infine, una
bolla di plasma di enormi dimensioni che può investire la Terra nei
giorni successivi al brillamento.
Quali sono le conseguenze di una tempesta solare?
Le particelle ad alta energia, iniettate lungo le linee del campo
magnetico terrestre, possono danneggiare i satelliti, fino a provocarne
la caduta, disturbare i sistemi di telecomunicazione satellitare e le
trasmissioni radio. In questi giorni è possibile lamentare
malfunzionamenti di cellulari e navigatori GPS.
Rischio di black-out?
Può capitare. Le correnti geomagnetiche, se incanalate negli
elettrodotti, possono far saltare i trasformatori delle centrali
elettriche. Negli anni Ottanta è successo in Quebec.
C’è qualche pericolo per gli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale?
Per gli astronauti il peggio è già passato, il pericolo
maggiore è il bombardamento di radiazioni X e di particelle ad altissima
energia. Si è stimato che il brillamento solare più intenso avvenuto
tra le missioni Apollo 16 e Apollo 17 avrebbe potuto uccidere un
astronauta se fosse stato colto durante un’attività extraveicolare fuori
dalla navicella.
Chi sta con i piedi per Terra non ha nulla da temere per la propria salute?
No, per fortuna siamo protetti dalla magnetosfera. L’unico problema può
riguardare passeggeri, e in particolare il personale di bordo, sulle
rotte aeree in vicinanza dei poli, dove le linee di campo magnetico
convogliano le particelle di alta energia provenienti dal Sole.
Le eruzioni del Sole determinano anche uno dei fenomeni più spettacolari della natura: le aurore boreali. Come si verificano?
Il fenomeno dipende dall’eccitazione degli atomi nell’alta atmosfera che
vengono colpiti dagli elettroni ad alta energia provenienti dal Sole.
Così cielo si tinge di luci colorate, di grande effetto visivo.
È il momento giusto per prenotare una vacanza ai poli?
Sì, la frequenza delle eruzioni solari e la loro intensità aumenterà, e
di conseguenza le aurore boreali. Questa recente tempesta solare è stata
la più intensa degli ultimi quattro anni, ma ce ne saranno altre
maggiori. Ne vedremo delle belle. Come d’altra parte avviene
ciclicamente ogni 11 anni.
Ascolta l’intervista completa ad Alessandro Bemporad